Digiuno intermittente e dieta mima digiuno: effetti su salute, longevità e aspettativa di vita

Negli ultimi anni, il digiuno intermittente (IF, Intermittent Fasting) e la dieta mima digiuno (FMD, Fasting-Mimicking Diet) sono diventati tra i temi più discussi in ambito nutrizionale e medico. Dai talk show alle riviste scientifiche, la domanda è sempre la stessa: possono queste strategie alimentari migliorare la salute e aumentare la longevità? E, soprattutto, cosa dice davvero la scienza? In questo articolo approfondiremo i meccanismi biologici, i risultati degli studi più rilevanti e le prospettive future, mantenendo un tono discorsivo e – perché no – anche un po’ simpatico, per rendere digeribile un argomento che, di per sé, parla proprio di… digiunare!

ALIMENTAZIONE

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three bowls of nuts
three bowls of nuts

Cos’è il digiuno intermittente e la dieta mima digiuno?

  • Digiuno intermittente: alternanza tra periodi di alimentazione e digiuno, senza specificare quali alimenti consumare ma solo quando mangiare. Le varianti più comuni sono il 16:8 (16 ore di digiuno, 8 di alimentazione) e il 5:2 (5 giorni normali, 2 giorni a restrizione calorica).

  • Dieta mima digiuno: protocollo alimentare (sviluppato dal gruppo di Valter Longo) che prevede una drastica riduzione calorica (circa 300-1100 kcal/die) per 3-5 giorni consecutivi, ciclicamente, con una composizione specifica di macronutrienti per “mimare” gli effetti del digiuno totale, ma consentendo l’assunzione di cibo.

Meccanismi biologici: perché il digiuno fa bene?

Entrambe le strategie attivano meccanismi di “risparmio energetico” e di riparazione cellulare:

  • Riduzione di insulina e IGF-1: la restrizione calorica abbassa i livelli di insulina e del fattore di crescita insulino-simile (IGF-1), riducendo la segnalazione anabolica e favorendo la longevità.

  • Autofagia: il digiuno stimola l’autofagia, un processo di “riciclo” cellulare che elimina componenti danneggiati, prevenendo malattie degenerative.

  • Stress metabolico controllato: come un allenamento per le cellule, il digiuno le rende più resilienti agli stress ossidativi e metabolici.

  • Effetti sul metabolismo del glucosio: la riduzione della glicemia e della disponibilità di glucosio può rallentare la crescita tumorale e migliorare la sensibilità insulinica.

Digiuno intermittente e dieta mima digiuno: cosa dicono gli studi?

1. Effetti su salute metabolica e rischio di malattie croniche

Numerosi studi su animali e umani hanno dimostrato che il digiuno intermittente e la dieta mima digiuno:

  • Migliorano la sensibilità insulinica e riducono la glicemia a digiuno.

  • Abbassano i livelli di colesterolo LDL e trigliceridi.

  • Diminuiscono la pressione arteriosa.

  • Riducendo il grasso viscerale, contribuiscono a prevenire diabete di tipo 2, sindrome metabolica e malattie cardiovascolari.

2. Effetti su cancro e immunità

Uno degli aspetti più innovativi riguarda il potenziale ruolo di queste strategie nella prevenzione e nel trattamento dei tumori:

  • Studi preclinici: in modelli animali, il digiuno intermittente e la FMD riducono la crescita tumorale, abbassano i livelli di IGF-1 e aumentano la sensibilità dei tumori a chemioterapia e immunoterapia.

  • Effetti sull’immunità: la restrizione calorica e il digiuno possono migliorare la funzione dei linfociti T citotossici e ridurre l’infiammazione cronica, favorendo una migliore risposta immunitaria contro le cellule tumorali.

  • Studi clinici: i dati sull’uomo sono ancora limitati, ma alcuni trial suggeriscono che la FMD possa ridurre markers di proliferazione cellulare e infiammazione in pazienti oncologici, senza effetti avversi rilevanti.

3. Longevità e aspettativa di vita

  • Animali: la restrizione calorica e il digiuno intermittente estendono la durata della vita in numerose specie, dai lieviti ai roditori. I meccanismi includono la riduzione di IGF-1, l’attivazione dell’autofagia e la diminuzione dello stress ossidativo.

  • Umani: studi osservazionali suggeriscono che chi adotta regimi alimentari restrittivi vive più a lungo e con meno malattie croniche, ma mancano ancora studi randomizzati a lungo termine sull’uomo.

Le evidenze più citate: una panoramica degli studi chiave

Frontiers in Immunology (2019): Digiuno, immunità e cancro

Questo studio riassume come la restrizione calorica, il digiuno intermittente e la dieta mima digiuno possano modulare il metabolismo del glucosio, rallentare la crescita tumorale e potenziare l’efficacia dell’immunoterapia, senza compromettere le difese immunitarie1. Tuttavia, sottolinea anche la necessità di ulteriori studi clinici per confermare la sicurezza e l’efficacia di queste strategie nei pazienti oncologici.

Springer (2021): Restrizione calorica, IF e longevità

Una review pubblicata su Current Nutrition Reports evidenzia che la restrizione calorica e il digiuno intermittente sono tra le strategie più promettenti per aumentare la longevità e prevenire le malattie legate all’età. Gli effetti positivi sono stati osservati sia in modelli animali che in studi clinici di breve termine sull’uomo, con miglioramenti nella pressione arteriosa, nei lipidi e nella sensibilità insulinica.

PLOS One (2014): Digiuno intermittente e biomarcatori di rischio

Uno studio clinico randomizzato ha mostrato che il digiuno intermittente (5:2) riduce significativamente i livelli di insulina, IGF-1 e markers infiammatori in donne a rischio di cancro al seno, suggerendo un potenziale ruolo preventivo.

CA: A Cancer Journal for Clinicians (2022): Dieta e rischio oncologico

Questa review sottolinea come la restrizione calorica e il digiuno intermittente possano contribuire alla prevenzione dei tumori, soprattutto attraverso la riduzione di obesità, infiammazione e resistenza insulinica, tutti fattori di rischio per diversi tipi di cancro.

Exercise, Fasting and Mimetics (VU University): Combinazioni sinergiche

La combinazione di esercizio fisico, digiuno intermittente e mimetici della restrizione calorica (come la metformina o la rapamicina) potrebbe potenziare ulteriormente i benefici metabolici e anti-invecchiamento, agendo su vie molecolari comuni come mTOR, AMPK e sirtuine.

Quali sono i limiti e le criticità?

  • Adesione: non tutti riescono a seguire regimi restrittivi a lungo termine. La FMD, essendo ciclica e meno drastica, sembra più sostenibile.

  • Effetti collaterali: in soggetti fragili (anziani, sottopeso, donne in gravidanza, pazienti oncologici in chemioterapia) il digiuno può essere rischioso e va sempre supervisionato da un medico.

  • Evidenze cliniche: la maggior parte dei dati robusti deriva da studi su animali; negli umani servono studi di lunga durata e su larga scala per confermare i benefici sulla longevità.

Qual è la strategia più convincente e scientificamente dimostrata?

La restrizione calorica intermittente e la dieta mima digiuno sono le strategie con il maggior supporto scientifico, soprattutto in termini di benefici metabolici, prevenzione di malattie croniche e potenziale aumento della longevità.

  • La FMD sembra offrire un ottimo compromesso tra efficacia e sostenibilità, mimando i benefici del digiuno totale ma con minori rischi e maggiore aderenza.

  • L’esercizio fisico amplifica gli effetti benefici, agendo su vie metaboliche simili e complementari.

  • La personalizzazione è fondamentale: non esiste un approccio “taglia unica” e la scelta va adattata alle condizioni cliniche e allo stile di vita della persona.

Conclusione (e qualche spunto simpatico per la pratica quotidiana)

Il digiuno intermittente e la dieta mima digiuno rappresentano una delle frontiere più affascinanti della medicina preventiva e della scienza della longevità. I dati sono promettenti: migliorano i parametri metabolici, riducono il rischio di malattie croniche e, almeno negli animali, allungano la vita. Negli esseri umani, la prudenza è d’obbligo, ma la direzione è chiara.

Vuoi provarci? Ricorda: non serve diventare monaci tibetani! Anche solo limitare la finestra di alimentazione, o fare qualche ciclo di FMD all’anno, può essere un ottimo inizio. E, come sempre, consulta il tuo medico prima di intraprendere qualsiasi cambiamento drastico.

In sintesi: la scienza suggerisce che “mangiare meno, ma meglio e a intervalli” potrebbe essere la chiave per vivere più a lungo… e magari anche meglio!